giovedì 8 aprile 2010

L'integrazione in Psicoterapia

L'integrazione in Psicoterapia

Gia da molto tempo si parla di integrazione in psicoterapia. Uno dei primi tentativi in merito, forse il primo, risulta essere quello proposto da French nel 1933, in cui proponeva l'integrazione tra un modello psicodinamico (repressione e insight) ed un modello pavloviano (inibizione) alla base del comportamentismo. Uno dei lavori più frequentemente citati in merito è senz'altro quello di Wachtel del 1977 in cui porponeva un'integrazione tra il modello psicodinamico e quello cognitivo comportamentale.

Ad oggi l'integrazione dei vari modelli sembrerebbe molto più difficili per il semplice fatto che questi sono ploriferati in un numero enorme di scuole di pensiero e modelli operativi, Karasu nel 1986 individuava oltre 450 modelli differenti. Molti dei quali con terminologie proprie che costituendo nei fatti un linguaggio a se stante rendono sempre più difficile la comunicazione e l'integrazione.

Nei fatti le ricerca degli ultimi trent'anni dimostrano che nessun modello psicoterapeutico può dirsi superiore agli altri, che nessuno possiede le caratteristiche migliori per il trattamento di tutti i disturbi, problemi e pazienti. Le ricerche dimostrano quanto, invece, i risultati dei vari approcci messi a confronto siano da ritenersi piuttosto simili tra loro e che probabilmente ciascun modello opera su direttrici comuni mettendone a fuoco questo o quell'altro aspetto.

Rosenzweig, nel lontano 1936, fu il primo ad anticipare i tempi e le ricerche scientifiche che dimostravano una sostanziale equivalenza dei modelli terapeutici esistenti, utilizzando la metafora del verdetto di Dodo, secondo cui tutti hanno vinto e tutti meritano un premio.

Ma allora com'è possibile che paradigmi teorici tanto differenti possano vantare un'efficacia simile? Probabilmente, come anticipato sopra, esistono delle direttrici comuni su cui ciascun modello ha posto la sua attenzione, evidenziando di volta in volta gli aspetti ritenuti più importanti. La ricerca in Psicoterapia Integrata ha portato numerosi metodi di studio che permettessero il confronto interdisciplinare, questi sono sostanzialmente tre: il modello eclettico; l'integrazione teorica; il modello dei fattori comuni.

Il modello eclettico si può riassumero nell'integrazione di tecniche che si rivelano maggiormente efficaci nel trattamento delle varie patologie e nelle varie fasi della terapia

L'integrazione teorica conferisce maggiore importanza agli aspetti teorici ed epistemologici, sforzandosi di trovare nei vari paradigmi quegli aspetti maggiormente somiglianti

Il modello dei fattori comuni si propone lo studio dei differenti modelli messi a confronto e l'individuazione di quegli aspetti comuni tra le varie discipline. Gia Rosenzweig propose 4 punti in comune tra i vari modelli:la relazione terapeutica o alleanza terapeutica; la possibilità di fornire un razionale terapeutico che permetta al paziente di capire il proprio problema e fornire strumenti utili per affrontarlo (un esempio riguarda l'interpretazione in psicanalisi e la ristrutturazione cognitiva); l'integrazione dei sistemi e sottosistemi di personalità; la personalità del terapeuta. Quest'ultimo punto fu evidenziato in tempi più recenti da Carl Rogers, che lo considerava uno degli aspetti fondamentali per il successo terapeutico

L'importanza dell'integrazione in psicoterapia viene riconosciuta da molti ricercatori e dalla creazione di numerosi organi che agiscono a livello nazionale ed internazionale, quali la SEPI fondata nel 1984 (Society for the Exploration of Psychotherapy Integrazion), e dal National Institute for Mental Health, che negli stati uniti promosse uno workshop di studio sull'integrazione in psicoterapia partendo dalla convinzione che questo percorso potesse fornire strumenti più efficaci per il trattamento delle varie patologie.

1 commento:

  1. articolo interessante qualificata e centrata la parte relativa ai 4 punti (fattori) in comune di Rosenzweig
    Nazario Adesso

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