sabato 27 giugno 2009

Disturbo da Attacchi di Panico con e senza Agorafobia



L’attacco di panico è un momento preciso in cui il soggetto vive una situazione di malessere fisico e psichico connessa ad una forte paura di morire, essere impericolo o di impazzire. L’attacco di panico è un’esperienza estremamente forte e rimane impressa nella mente di chi la prova per anni.


Essitono tre tipi di attacchi di panico:

  1. inaspettati. Cioè accadono senza che vi siano stimoli apparenti

  2. causati dalla situazione. Cioè avvengono regolarmente in concomitanza con certe situazioni o stimoli ambientali

  3. sensibili alla situazione. Cioè possono avvenire prima, durante o dopo una determinata situazione, e talvolta non compaiono


Perchè vi sia una diagnosi di Attacchi di Panico è necessario che questi siano inaspettati. Infatt gli altri tipi di attacco sono tipici anche di altre tipologie di disturbi, come la fobia sociale, l’ansia generalizzata ed il disturbo da stress post traumatico


Sotto ecco la tabella esmeplificativa per la diagnosi


Un periodo preciso di paura o disagio intensi nel quale 4 o più dei seguenti sitnomi si siano manifestati raggiungendo il picco nell’arco di circa 10 minuti


  1. palpitazioni, cardiopalmo o tahcicardia

  2. sudorazione

  3. tremori fini o a grandi scosse

  4. dispnea o sensazioni di soffocamento

  5. sensazione di asfissia

  6. dolore o fastidio al petto

  7. nausea o disturbi addominali

  8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento

  9. derealizzazione (sensazione di irrelatà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi)

  10. paura di perdere il controllo o di impazzire

  11. paura di morire

  12. parestesie (sensazioni di torpore o formicolio)

  13. brividi o vampate di calore



L’Agorafobia è la paura o disagio a stare in luoghi dove sia impossibile, imbarazzante o difficile allontanarsi, chiedere o ricevere aiuto nel caso di malore o attacco di panico. Il soggetto adotta una serie di comportamenti di evitamento che portano a non frequentare quei luoghi o non frequentarli da solo, cioè richiede la presenza di un compagno. Nel caso in cui si abbia l’evitamento di una determinata situazione, luogo o contesto, si deve parlare di fobia specifica. In questa categoria rientrano i disturbi per spazi aperti o chiusi, la distinzione tra agorafobia e claustrofobia è venuta meno in ambito diagnostico.


Il Disturbo di Panico è la presenza ricorrente di attacchi di panico inaspettati con il timore di almeno 1 mese di avere un ulteriore attacco. In questo mese (o più di 1) la persona è stata molto preoccupata di avere un ulteriore attacco e delle conseguenze che questo potrebbe avere come perdere il controllo, impazzire o morire.


In genere le persone sperimentano un attacco di panico, talvolta più di uno. In taluni casi anche 3 o più attacchi alla settimana. Dopodiché comincia una persistente e forte paura che l’attacco si verifichi nuovamente e si instaurano dei comportamenti di evitamente che portano a non recarsi più nei luoghi dove si è avuto l’attacco di panico, non fare più le cose che stavamo facendo durante l’attacco oppure a non recarsi più in luoghi affollati o isolati o chiusi dove in caso di un attacco sia difficile chiedere o ricevere aiuto. Si capisce molto bene come questo disturbo alteri il funzionamento lavorativo e sociale di chi lo subisce.


Trattamenti


I farmaci più comunemente usati sono antidepressivi triciclici e IMAO, benzodiazepine (in particolare alprazolam e clonazepam).


I trattamenti psicologici che vantano maggiori risultati sono le tecniche comportamentali di esposizione, la desensibilizzazione sistematica, la terapia breve strategica.


Altri trattamenti piscologici individuano nel sintomo il frutto del contesto familiare o culturale, altri ancora un segnale specifico del disagio personale. Per cui questi trattamenti mettono in secondo piano la riduzione sintomatica e si propongono la cura tramite vie più indirette.


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